
Cristina Umbriano è una figura importante nel mondo della pallavolo giovanile. Con grande passione e dedizione, allena da anni bambine e ragazze, aiutandole a crescere come atlete e come persone. Le abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio il suo percorso e il suo modo di vivere questo ruolo così importante.
FS: Ci racconta il suo percorso? Come è diventata allenatrice di pallavolo?
CU: Ho iniziato a giocare a pallavolo quando avevo dieci anni. Mi sono appassionata subito, mi piaceva lo sport, l’ambiente, tutto. A diciott’anni ho iniziato ad aiutare una ragazza che allenava nella mia società e che aveva bisogno di una mano. Così ho cominciato ad allenare le bambine la sera, mentre continuavo anche a giocare. Da lì è iniziato tutto.
FS: Qual è la parte più bella e quella più difficile del suo lavoro?
CU: La parte più bella è quando le bambine iniziano a fare palleggio e bagher. È un’emozione vederle migliorare. Insegnare questo sport non è semplice, ma è anche la parte affascinante. La parte difficile, a volte, è proprio far capire e trasmettere certe cose, ma quando ci riesci è una soddisfazione enorme.
FS: Cosa significa per lei allenare bambine e ragazze in questa fascia d’età?
CU: Allenarle per me significa trasmettere la stessa passione e la stessa forza che mi ha dato questo sport. La pallavolo, come tutti gli sport, ti aiuta anche nella vita, ti fa diventare più forte caratterialmente. Chi pratica sport ha spesso più strumenti per affrontare le difficoltà che si presentano.
FS: Quali valori cerca di trasmettere alle sue atlete attraverso la pallavolo?
CU: Cerco di trasmettere rispetto, impegno, disciplina e soprattutto la fiducia: fiducia in sé stesse e nelle compagne. Senza fiducia è difficile fare sport di squadra. L’importante è lottare sempre per raggiungere un obiettivo.
FS: Come si gestisce un gruppo eterogeneo con ragazze di caratteri e capacità diverse?
CU: Non è facile. Bisogna conoscere bene ogni ragazza, capire i loro caratteri e il modo in cui si relazionano tra loro. L’approccio non può essere lo stesso per tutte: ognuna ha i suoi tempi, c’è chi arriva prima e chi ha bisogno di un po’ più di tempo per raggiungere gli obiettivi.
FS: È più importante per lei vincere o aiutare le ragazze a crescere come giocatrici e persone?
CU: Per me la crescita viene prima di tutto. Se riesci a farle crescere come persone e come giocatrici, i risultati arrivano da soli. Vincere piace a tutti, ma è una conseguenza del lavoro fatto bene, con rispetto delle regole, dei valori e del gruppo.
FS: Come si motiva una bambina che si sente insicura o ha paura di sbagliare?
CU: Prima di tutto bisogna conoscerla. Ogni bambina è diversa. Di solito cerco di parlarle, di farle capire che sbagliare è normale. Anche i giocatori di Serie A sbagliano. L’importante è provarci, anche mille volte. Col tempo arriva la sicurezza.
FS: Come si affrontano eventuali tensioni o litigi tra compagne di squadra?
CU: Di solito cerco di far risolvere i problemi a loro. È importante che imparino a gestire i conflitti. Quando però i litigi rischiano di danneggiare il gruppo o la prestazione in campo, allora intervengo. Faccio capire che in campo si è una squadra, e le questioni personali devono restare fuori. Se serve, parlo con chi ha litigato e cerco di farle chiarire.
FS: Qual è il ruolo dei genitori nella crescita sportiva delle ragazze? Cosa consiglierebbe loro?
CU: I genitori devono aiutare le figlie a capire che si può sbagliare e che non si vince sempre. Devono anche rispettare il ruolo dell’allenatore e cercare di sostenerlo, spiegando alle ragazze le sue scelte. L’equilibrio tra famiglia e sport è fondamentale.
FS: Quanto sono importanti l’alimentazione e la preparazione atletica per le giovani pallavoliste?
CU: La preparazione atletica è importante per prevenire gli infortuni. L’alimentazione, invece, è un tema delicato, soprattutto con le ragazze in crescita. Bisogna fare attenzione a come se ne parla, per evitare che si creino problemi. A volte una battuta può bastare, ma è bene trattare l’argomento con molta sensibilità.
FS: Che ruolo ha lo sport nella prevenzione di problemi fisici e psicologici nelle ragazze?
CU: Un ruolo fondamentale. Fare sport aiuta a stare bene fisicamente e anche mentalmente. Lo sport ti insegna a resistere, a impegnarti, a non mollare. Ti prepara anche alla vita, perché insegna valori importanti.
FS: Come si può educare le atlete al rispetto delle regole e delle avversarie attraverso la pallavolo?
CU: Con l’esempio. Se l’allenatore rispetta le regole e gli avversari, le ragazze lo notano e imparano a fare lo stesso. Il comportamento dell’allenatore in palestra e durante le partite è decisivo.
FS: Ha un aneddoto particolare o un momento speciale vissuto con le sue ragazze?
CU: Ne ho vissuti tanti. Mi è capitato di incontrare ragazze che ho allenato da piccole e ora sono adulte, magari con una famiglia. È bello pensare di aver contribuito, anche solo un po’, alla loro crescita.
FS: Quali sono i suoi obiettivi futuri come allenatrice?
CU: Il mio obiettivo è continuare così. Vedere crescere le ragazze, accompagnarle nel loro percorso sportivo e umano, è ciò che mi dà più soddisfazione.
FS: Se potesse dare un consiglio a una bambina che sogna di diventare una pallavolista, quale sarebbe?
CU: Di impegnarsi sempre, di non mollare mai alla prima difficoltà. Di avere rispetto per tutto e per tutti. Lo sport ti forma anche per la vita, ti rende più completa.