
Il calciatore Leonardo Terigi, attualmente in forza alla squadra Pietrasanta, ha deciso di organizzare un evento speciale di beneficenza per ricordare il suo caro amico Alessandro Cecchi, scomparso in un tragico incidente stradale.La giornata si svolgerà domenica 8 giugno e coinvolgerà amici, ex compagni di squadra e personaggi del mondo del calcio in una serie di attività a scopo benefico, tra cui una partitella amatoriale, interviste, una lotteria solidale e un momento conviviale con cucina sul posto.
L’intero ricavato sarà devoluto all’associazione FenomenAle, nata proprio per ricordare Alessandro e portare avanti progetti sociali e iniziative sul territorio, in suo nome.
FS: Come nasce l’idea di questo evento?
LT:Un’emozione forte, è nato tutto perché avrei voluto fare qualcosa per il mio amico morto in un incidente stradale. Per questo il ricavato va all’associazione in memoria sua. Lui si chiamava Alessandro Cecchi. Ho sempre avuto questa idea. Ho deciso di radunare un po’ di amici ed ex compagni. È un’emozione forte: stanno aderendo tanti ex compagni e amici. Anche qui a Viareggio, dove abito, sono tutti contenti dell’evento, e mi fa piacere. L’associazione dedicata alla giornata si chiama FenomenAle, nata in ricordo di Alessandro Cecchi, pasticciere della Fauzzia. Era stato ben voluto dalla comunità viareggina.L’evento si terrà domenica 8 giugno, e il ricavato andrà totalmente in beneficenza.
Nell’evento sarà fatta una partitella, e Cristiano Tumei verrà a cucinare qualcosa. Ci saranno le varie interviste e una lotteria, dove ci sono le maglie di El Shaarawy, Perin e tante altre. Tutto andrà in beneficenza.
FS: Parliamo di alcuni compagni di squadra di spessore come Laurini e Mattiello?
LT:Con Vincent Laurini ci avevo già giocato assieme ai tempi del Carpi, quando ero con lui, e c’era Cristiano Giuntoli come Direttore Sportivo. Sapevo la grandezza del giocatore, che sarebbe arrivato in Serie A. Di carattere è una persona eccezionale.Federico Mattiello, invece, l’ho scoperto quest’anno: sicuramente un giocatore fortissimo, che è stato penalizzato da un grave infortunio che ebbe al Chievo Verona, per un fallo subito da Radja Nainggolan.Avevamo costruito un gruppo affiatato a Pietrasanta, purtroppo non siamo riusciti a salire di categoria. Le annate sono strane: ci sono stati alcuni infortuni che ci hanno penalizzato.
È stato un anno bello. In Promozione e Eccellenza ho riscoperto la voglia di andare al campo, la gioia di giocare a pallone.
FS: Che stagione è stata con mister Della Bona quest’anno?
LT:Con mister Giuseppe Della Bona sono contento. È stato un anno propositivo. Il mister è un ottimo allenatore, preparato, un malato di calcio. Si vede la passione, e la trasmette alla squadra
FS: Hai avuto un allenatore come Gilardino, oggi vicino alla Fiorentina?
LT:Ho avuto Alberto Gilardino come allenatore. Ho letto anche io che lo mettono vicino alla Fiorentina. Uno che vale come persona, eccezionale, umile ai massimi. Lo ritengo un caro amico, e come allenatore è preparatissimo. Quando lo avevo a Siena, arrivava al campo alle 7 del mattino e andava via alle 7 di sera. Il classico malato di calcio, che vuole arrivare a fare l’allenatore con le sue forze, e non con le sue conoscenze avute da calciatore. Con le sue conoscenze potrebbe allenare anche domani. Ha sempre voluto fare di testa sua. Merita una panchina importante in Serie A.
FS: C’è qualche rimpianto nella tua carriera?
LT:Un piccolo rimpianto della mia carriera è quando sono andato a Crotone in Serie B. Avevo fatto molte panchine al Genoa, e mi allenavo costantemente in Serie A con il Genoa, con Giampiero Gasperini allenatore. C’erano Diego Milito e Thiago Motta, era una squadra super. Ero nel giro della prima squadra. Ho fatto tante panchine.Era la Primavera di Mattia Perin e Stephan El Shaarawy. Abbiamo vinto la Supercoppa Italiana, il campionato Primavera, la Coppa Italia.Tramite il procuratore decisi di andare a Crotone, per fare le ossa in Serie B, ma giocai poco.L’unico rimpianto che posso avere, magari, è quello di aver fatto un altro anno al Genoa.Sono contento del percorso fatto, sono sincero.
FS: Un pensiero sul Siena?
LT:Per il Siena auguro il meglio, perché in bianconero sono stato più anni. È la piazza alla quale sono legato. Ho lasciato tanti amici e tifosi che mi vogliono bene. È la piazza a cui tengo di più dove ho giocato, insieme al Genoa. Una piazza stupenda.Sinceramente, Bellazzini e Nico Lelli non li conosco personalmente. Ho visto alcune partite delle loro squadre: hanno un calcio moderno, sono gli allenatori giusti per creare qualcosa nel futuro e farli ripartire.Conosco benissimo il Direttore Sportivo del Siena, Simone Guerri: lo ho avuto come compagno di squadra.
Spero che riesca a risalire nelle categorie che competono al Siena.
FS: E sulla tua esperienza alla Massese?
LT:Ho vissuto l’ambiente di Massa e della Massese. Per tornare ai livelli più alti, a Massa serve continuità. Ci vuole unione fra tutti: è mancata quella, negli ultimi anni.
FS: Che ricordo hai del tuo percorso al Genoa?
LT:Il Genoa per me è stato fondamentale. Sono uscito di casa a 17 anni per trasferirmi a Genova. Da lì abitavo solo. Ero seguito dai tutor, ai tempi della famiglia Preziosi. Seguivano i ragazzi passo dopo passo, sia con la scuola che con gli allenamenti e con tutto.Cresci come persona. Vivi da solo, ti devi interfacciare con cose della vita a cui non pensi. Le scuole di Serie A sono importanti, perché capisci cosa c’è dietro: dal massaggiatore al magazziniere, fino al direttore e al numero uno degli allenatori. C’è un’attenzione costante che lega tutti. Eravamo una squadra fortissima. Ho avuto il privilegio di allenarmi con Giampiero Gasperini, seguirli nelle trasferte o nelle partite in casa. Anche solo andare allo stadio e vedere l’attaccamento che ha la piazza verso il Genoa è qualcosa di meraviglioso.
FS: Chi ci sarà all’evento dell’8 giugno?
LT:Ci sarà Gilardino, Maccarone, Claudio Terzi, Daniele Ficagna, Danilo D’Ambrosio con il fratello Dario D’Ambrosio, Robert Gucher, capitano della Lucchese ed ex capitano del Pisa. Verrà anche Antonio Di Natale.Stiamo lavorando anche ad altri nomi importanti.
FS: Hai avuto anche un rapporto speciale con Cristiano Giuntoli?
LT:Cristiano Giuntoli sicuramente mi ha lasciato tanto, sia dal punto di vista umano che professionale. È il dirigente più forte che ho avuto nella mia carriera. È un conoscitore di calcio, sa le dinamiche. È stato un ex calciatore, è un collante eccezionale.Ci sono state tante cose che lo hanno penalizzato alla Juventus. Lo dimostra il fatto che è riuscito a vincere un campionato a Napoli, dove non è facile.Gli auguro il meglio, e gli voglio bene come persona, perché lo ritengo un grande amico.