Cosa definisce una bicicletta eroica? lo abbiamo chiesto a Marco Vicarelli, componente del Registro delle Bici Eroiche. MP
Perché bici eroiche? Perché i mezzi, o meglio le macchine (parafrasando un carissimo amico) in questione prendono il nome dall’omonima manifestazione (L’Eroica) nata nel 1997. Le biciclette eroiche hanno solcato strade sterrate, polverose, fangose, per necessità o per sport. Hanno vissuto le epoche d’oro del ciclismo, protagoniste loro malgrado di imprese titaniche, dalla loro costruzione ai giorni d’oggi, anzi di ieri. Si perché possono fregiarsi di questo appellativo solamente le bici che sono state costruite fino al 1987, anno domini preso a riferimento dagli ideatori di Eroica come spartiacque tra il vecchio e il nuovo, innovativo ciclismo. Cosa contraddistingue una “bici eroica”? Prima di tutto il periodo di costruzione. Si parte con le bici del 1800/1900 contraddistinte da grossi e pesanti telai in acciaio allungati che, a sentire gli utilizzatori, sono molto comodi per la schiena ed esercitano un fascino irresistibile. Comode si ma dure da spingere, con un solo rapporto (fino dagli ultimi anni dell’800), poi con il “giro ruota” il primo infernale meccanismo che permetteva al corridore di sfilare la ruota, allentando i galletti di fissaggio e inserire il pignone più agile per le salite, montato dalla parte opposta del mozzo. I freni: inizialmente a tampone sulla ruota anteriore, cioè un tampone in gomma o altri materiali (sughero, feltro) azionato da una leva sul manubrio, agiva sul copertone anteriore premendoci contro e rallentando la corsa. Successivamente vennero inventati i freni a mensola, fissati agli steli della forcella, poi ad archetto come li conosciamo ancora oggi. Due pattini in gomma comandati dalle leve anteriore e posteriore tramite un filo in acciaio che scorre dentro una guaina stringono, quasi mordendoli, i lati del cerchione. Ancora in legno, poi in ferro e successivamente in alluminio. Con l’avvento degli anni ’40 inizia, anzi continua, l’evoluzione bulimica di tutto il mezzo bicicletta. L’evoluzione tecnologica dei materiali: iniziano a moltiplicarsi i vari sistemi di cambio velocità, aumentano il numero dei rapporti anteriori e posteriori. Intuizioni brillanti a volte geniali di moderni Archimede. Un fiorire di marchi, italiani e francesi in testa, con i vari Simplex, Champion, super Champions, Vittoria, Campagnolo, Cervino e altri, trasformano prima con i cambi a 2 leve poi con i cambi a filo i sistemi di cambiata. Diventa tutto meno empirico e più tecnologico. Celeberrimo Tullio Campagnolo con le sue “trovate” geniali e funzionali spinge la bicicletta verso l’epoca moderna con varie innovazioni che si affacciano dagli anni ‘50 agli anni ‘80. Con l’evoluzione dei materiali e il perfezionamento delle idee gli anni ‘50 portano tante novità, trasferite agli anni ‘60. I manubri e gli altri componenti dei gruppi diventano timidamente da acciaio in alluminio, come cambio, tubi, sella, pedali ecc. La ricerca della leggerezza inizia a farsi largo, fino appunto alla fine degli anni ‘70 inizio anni ‘80 dove cominciano i vari, timidi, tentativi di aerodinamicità. Qui apro una parentesi. Le biciclette costruite in questi anni, pur presentando molte delle caratteristiche richieste per partecipare, alle ciclostoriche non sono ammesse. Nella maggior parte dei casi per le guaine dei freni che passano sotto il nastro del manubrio, o per i pedali con attacco rapido, (ad incastro sulla scarpetta). Sono biciclette bellissime, equipaggiate con gruppi all’avanguardia, spesso con la possibilità di poter usare rapporti più agili di quelli usati fino ad allora. Dovendo in breve descrivere le caratteristiche salienti della bici, possiamo dire che questa deve essere lineare e possibilmente coeva con le caratteristiche del periodo di costruzione. Riassumendo il tutto, per poter partecipare ad una ciclostorica nata sull’onda di “mamma Eroica” la bici debba presentare sostanzialmente questi punti fermi: 1) Telaio in acciaio (sono accettati telai in alluminio come gli Alan Vitus). 2) Perché in produzione fino agli anni ‘80 freni con comandi al manubrio che consentano il passaggio delle guaine dei freni sopra il manubrio stesso. Comandi del cambio a filo posizionati sul tubo obliquo del telaio. 3) Pedali con gabbiette e cinturini stringi scarpe. 4) Cerchioni a basso profilo.
Ecco in sintesi cosa è la bicicletta eroica, senza dimenticare che le ciclostoriche non sono gare, ma un rifugio di amici che pedalano lentamente.
Marco Vicarelli (componente del Registro Bici Eroiche)
