Lo sport per una salute globale
Lo sport apporta numerosi benefici per la salute del corpo, ma è anche un fattore protettivo per la salute mentale: contribuisce a migliorare l’autostima e a promuovere sani stili di vita, contrastando stress, depressione, ansia e declino cognitivo. Il movimento si conferma quindi un pilastro fondamentale per una salute globale. Questa supera il concetto di semplice assenza di malattia, definendo piuttosto un completo stato di salute fisica, mentale, sociale ed esistenziale, seguendo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, condivise già nel 1948.
La promozione di una salute globale, a procedere dall’educazione a sani stili di vita, è la mission di Fondazione Patrizio Paoletti, impegnata da oltre vent’anni nella ricerca e in progetti psicopedagogici per il benessere dell’individuo e dell’insieme. Lo studio del cervello in movimento è centrale nella ricerca neuroscientifica all’interno dell’Istituto di Ricerca per le Neuroscienze, l’Educazione e la Didattica (RINED) di Fondazione Patrizio Paoletti, dove vengono studiati gli effetti di pratiche meditative in movimento sulle funzioni cognitive.
Lo sport in Italia
L’Istat ha condiviso i nuovi dati sulla diffusione dello sport in Italia, che testimoniano che nel 2024 più di 21 milioni e 500mila italiani, dai 3 anni in su, hanno praticato sport nel proprio tempo libero: circa il 37,5% della popolazione, con una tendenza crescente negli anni (nel 1995 era il 26,6%).
Quasi una persona su 3, il 28,7%, fa sport con continuità. Gli uomini tendono ancora a praticare più sport delle donne: il 43,4% contro il 31,8%. Ma dal 1995 è cresciuta la percentuale delle sportive, diminuendo le differenze di genere.
L’età è anche un fattore determinante: i più sportivi si confermano i giovani, tra gli 11 e i 14 anni, che praticano sport nel 75,6% dei casi. Mentre, dai 15 anni in su, l’interesse va decrescendo. Per quanto riguarda la frequenza dell’attività sportiva, il picco massimo è raggiunto tra i 15-24 anni e il picco minimo tra i 45-64 anni, presumibilmente a causa degli impegni lavorativi e familiari.
Dai nuovi dati dell’Istat, emerge che il 62,5% degli italiani, dai 3 anni in su, non pratica attività sportiva. Il 29,7% svolge comunque qualche attività fisica, come camminare o andare in bicicletta. Ma il 32,8% è del tutto sedentario, per un totale di 18 milioni e 850mila persone.
L’impatto della sedentarietà sulla salute mentale
La sedentarietà mina gravemente la nostra salute globale, aumentando il rischio di:
Ma la sedentarietà impatta anche sulla salute mentale, aumentando i sintomi di ansia e depressione. Una ricerca del 2019 pubblicata sul Journal of affective disorders purtroppo rileva anche una correlazione tra sedentarietà e rischio suicidario negli adolescenti, confermata da un’ulteriore revisione del
Sport e socialità, per contrastare la solitudine
In un’epoca di grandi connessioni digitali e crescente digitalizzazione dei servizi e del lavoro, cresce la sedentarietà, ma anche il rischio di solitudine. In effetti, assistiamo a una vera e propria epidemia di solitudine, un’emergenza isolamento, che impatta profondamente sulla nostra salute globale, in modo simile ad altri fattori di rischio, come il fumo e l’obesità.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità nel suo nuovo report From loneliness to social connection denuncia il dilagare dell’isolamento: 1 persona su 6 nel mondo soffre di solitudine. Il suo impatto è talmente grave che si collega addirittura a circa 100 decessi ogni ora, per oltre 871.000 morti all’anno.
Lo sport diviene allora un fattore protettivo contro la solitudine e un’importante occasione di socialià, che permette anche di uscire di più, sperimentando una maggiore apertura al mondo e una connessione all’ambiente, soprattutto per le attività all’aria aperta. Promuovere uno stile di vita attivo, durante tutto l’arco della vita, significa rispettare il nostro bisogno relazionale e magari trovare tempi e spazi per un rinnovato rapporto anche con la natura.
Promuovere il movimento
Invertire la pericolosa rotta della sedentarietà è possibile e urgente: uno studio pubblicato su Preventive medicine reports ha dimostrato che ridurre la sedentarietà, aggiungendo un’ora al giorno di movimento, migliora l’umore, riduce le stress e aumenta la durata del sonno, influenzando positivamente il benessere generale.
L’educazione al movimento come parte integrante di una salute globale è quindi essenziale, a tutte le età, compresa l’anzianità, dove l’attività fisica favorisce la neuroprotezione, preservando la salute del cervello. Un’attenzione particolare è da riservare agli adolescenti, il cui benessere psicosociale è particolarmente a rischio e che beneficiano profondamente della pratica sportiva, come anche della meditazione.
Quadrato Motor Training: la meditazione in movimento
Preziosa per la salute a tutte le età, la meditazione può essere anch’essa praticata nelle sue forme in movimento, come nel caso dello Yoga e del Quadrato Motor Training(QMT): una pratica di movimento consapevole ideata da Patrizio Paoletti e studiata all’interno dell’Istituto RINED di Fondazione Patrizio Paoletti.
L’efficace tecnica del QMT utilizza semplici istruzioni per effettuare sequenze di movimento e ha dimostrato importanti benefici a livello cerebrale, molecolare e funzionale, come miglioramenti nellacreatività e flessibilità mentale, nella gestione dello spazio e nella percezione corporea, nella connettività e sincronicità cerebrale.
L’integrazione tra movimento e meditazione ci ricorda che il movimento è un’attività fondamentale e integrale, che coinvolge sempre corpo, pensieri ed emozioni. Ed è la base stessa della vita, che nel movimento manifesta la sua vitalità ed energia. Muoverci è la nostra natura e un atto protettivo per una salute globale, che si coltiva negli stili di vita e nei piccoli gesti quotidiani, che sono i mattoni su cui costruire il nostro futuro.
La redazione scientifica della Fondazione Patrizio Paoletti per Firenze Sport
