Sembra una vita fa ed invece sono meno di 5 anni. Nel maggio 2021 avevo pubblicato l’articolo Velocità! (Tour 1956) in cui riportavo l’analisi tecnica fatta dal giornalista Sergio Sereni sullo Sport Illustrato al termine del Tour del France vinto dal francese Walkowiak (QUI trovate l’articolo).
Il 31 ottobre 2025 Ciro Scognamiglio su La Gazzetta dello Sport pubblica un pezzo dal titolo: Mai così veloci.
Nel testo l’analisi dell’annata 2025, composta da 165 giorni/gara (tutte le corse che fanno parte del World Tour).
La media che viene fuori è di 42,913 km/h, ovvero ad un passo da 43 km/h.
Cosa aveva scritto Sereni 70 anni fa?
«In effetti, ciò che più ha meravigliato, del presente Tour de France, non è stata tanto la vittoria del ventinovenne Roger Walkowiak, il ‘polacco’, quando l’elevatissima media oraria di km 36,512 che gli è stata accreditata per 4524 km della Grande Boucle. La media di questa 46° edizione del Tour ha letteralmente demolito il primato stabilito due anni or sono da Louison Bobet che concluse i 4855 km della grande corsa a tappe francese alla media di km/h 34,711»
In questo caso si parla solo di Tour e volendo fare un parallelo solo con la corsa francese troviamo un dato ancora più alto per il 2025: 43,389 km/h.
Stiamo parlando di quasi 10 km/h in più, un’enormità.
Ci.Sco. :«Guardando alle ultime 25 stagioni, si può notare come tra il 2001 e il 2020 si sia sempre oscillato tra i 39 e i 40 all’ora: e dieci anni fa, nel 2015, quella finale fu di 40,145. Ma è soprattutto nel post-Covid che c’è stato un cambio di marcia: 40,437 la media del 2020. Rispetto al 42,914 del 2025 la differenza è sostanziale»
Tornando a Sereni il giornalista identifica 4 elementi che in meno di 10 anni avevano fatto la differenza:
1) il percorso e la condizione delle strade
2) la mancanza di favoriti da marcare, che inevitabilmente ‘fermano’ la corsa.
3) il sistema attuale nell’alimentazione dei corridori
4) i rapporti che adoperavano
Scognamiglio intervista Matteo Trentin che afferma: «i fattori sono diversi. Anzitutto, il progresso tecnologico di biciclette, body, caschi, senza dimenticare i continui miglioramenti sul fronte della rolling resistance, cioé della resistenza al rotolamento delle gomme»
È cambiata l’alimentazione, adesso i corridori si sono abituati ad assumere più carboidrati, il ché porta ad esprimere maggiore energia. Sono scomparse le crisi di fame. Ogni atleta pro è monitorato per esprimersi al meglio, a ricaricare il suo organismo di acqua e nutrienti in base al chilometraggio raggiunto.
Laconico Sereni terminava il suo pezzo: «Molti al Tour hanno anche spinto, nelle tappe piane, il rapporto 52 per 12, cosa mai vista in passato. Così si spiega come mai certe tappe, di oltre duecento km, sono state condotte ad una media superiore ai 42 chilometri all’ora! Gradualmente, generazione dopo generazione, si è preparato a spingere i famosi ‘padelloni’ senza eccessivo sforzo, aiutati dalle condizioni delle strade di oggi e da adeguata preparazione suggerita dalla tecnica moderna».
Gli articoli sono praticamente la fotocopia l’uno dell’altro, con l’unica differenza che tra i due sono passati 70 anni. Un punto sul presente con la sguardo verso il futuro prossimo.
Marco Pasquini
altri articoli su https://inbarbaallebici.wordpress.com
