
Dopo una stagione da protagonista con la maglia del Calenzano, culminata nella finale playoff di Prima Categoria, Marco De Tellis ha deciso di fare un passo avanti e accettare la chiamata della Ginestra Fiorentina, formazione che milita in Promozione. Una scelta che parla di ambizione, voglia di mettersi in gioco e fame di calcio vero. Con alle spalle esperienze solide tra Novoli e Calenzano, l’attaccante classe 1995 spiega in questa intervista i motivi del suo cambiamento, le differenze tra le due realtà e i suoi obiettivi in una stagione che segna un punto di svolta nella sua carriera.
FS: Dopo aver portato il Calenzano in finale di Prima Categoria, cosa ti ha convinto a lasciare proprio ora per la Ginestra Fiorentina, che gioca in Promozione?
MD: È stata una scelta difficile, perché a Calenzano ho vissuto una stagione intensa, culminata in una finale che ci ha dato tante emozioni.Colgo l’occasione per ringraziare di cuore ogni singolo componente della società: dal mister Batistoni, ai direttori Torsoli e Pedrini, il mister in seconda Landi, il massaggiatore Marco, il Presidente, fino agli accompagnatori. E ovviamente un grande grazie va anche a tutti i miei compagni di squadra, con cui ho condiviso un gruppo unito e un cammino che ci ha portato a sfiorare un traguardo importante.
Ma credo che nella carriera di un giocatore arrivino momenti in cui è giusto mettersi alla prova. La chiamata della Ginestra è arrivata nel momento giusto, con un progetto interessante e una categoria superiore. Ho sentito che fosse il momento di alzare l’asticella.
FS: Quanto ha pesato davvero il salto di categoria nella tua scelta di cambiare squadra? È stata una vera ambizione o solo un’occasione da non perdere?
MD: Un po’ entrambe le cose. Sicuramente il salto di categoria è uno stimolo importante: confrontarsi con un livello più alto è ciò che ogni giocatore ambizioso desidera.
Ma oltre all’aspetto tecnico, ha contato molto anche la fiducia che la Ginestra ha dimostrato nei miei confronti. La società mi ha voluto fortemente, sia il mister Rizzo che i direttori sportivi hanno spinto per portarmi qui. E quando senti una fiducia così netta, è difficile restare indifferenti. Non è stato solo un salto di categoria, è stata una scelta convinta, basata su rapporti umani e su un progetto concreto.
FS: Cosa pensi che la Ginestra possa offrirti che al Calenzano non avevi già?
MD: A Calenzano sono stato benissimo, mi sono sentito apprezzato e ho trovato un gruppo e una società con cui ho condiviso un percorso importante.Però a un certo punto della carriera è giusto fare un passo avanti, mettersi alla prova in un contesto diverso. La Ginestra mi ha offerto questa possibilità, con un progetto ambizioso e la voglia di crescere ancora. Non si tratta di mancanze da una parte o novità dall’altra, ma di percorsi che si incrociano in momenti diversi della vita sportiva.
FS: Come valuti il progetto della Ginestra rispetto a quello del Calenzano? Ti sembra davvero più ambizioso?
MD: Entrambe le società hanno progetti importanti e ambiziosi. Non è questione di chi lo sia di più o di meno.
FS: Hai notato differenze significative tra le due società in termini di organizzazione e serietà?
MD: Mi hanno parlato tutti bene della Ginestra, quindi sono convinto di trovare un’ottima organizzazione e tanta serietà. Ma anche a Calenzano non è mai mancata.
FS: Sei sicuro che l’esperienza maturata al Calenzano e Novoli ti basti per affrontare la nuova realtà?
MD: L’esperienza è sicuramente un punto di partenza, ma so bene che non basta da sola. Ogni stagione è diversa, ogni categoria ha le sue insidie.La Promozione richiede qualcosa in più, lo so, ma ho grande voglia di mettermi in gioco, di ascoltare, di lavorare e migliorarmi. Sono pronto a dimostrare che posso stare a questo livello.
FS: Quali sono i tuoi obiettivi personali per questa stagione? Puntare in alto o semplicemente non sfigurare?
MD: Io non scendo mai in campo per “non sfigurare”. Voglio dare il massimo, essere utile alla squadra e crescere come giocatore.
Se poi arrivano anche risultati importanti, ancora meglio. L’obiettivo è competere con determinazione e mentalità vincente, settimana dopo settimana.
FS: Come hai gestito la pressione di passare a una categoria più alta? Ti senti pronto o c’è qualcosa che ti preoccupa
MD: La pressione fa parte del gioco, ma la trasformo in motivazione. Più che preoccuparmi, mi sento stimolato.Ovviamente ci sarà da lavorare tanto, ma è proprio questo il bello: mettersi alla prova con qualcosa di nuovo. E sono sicuro che, con il gruppo giusto, potremo toglierci delle belle soddisfazioni.
FS: Dove ti vedi tra qualche anno? Pensi che questa esperienza sarà davvero un salto di qualità o solo una tappa?
MD: Per me ogni esperienza è un tassello che costruisce il percorso.
Non so dove mi porterà questo salto, ma so che darò tutto per far sì che sia un passo in avanti, non solo una parentesi. Se le cose andranno come spero, tra qualche anno potrei guardarmi indietro e dire: “Lì è cambiato qualcosa”.
FS: Hai sempre giocato in Prima Categoria: sei sicuro di poter fare la differenza in Promozione, dove ci sono attaccanti più giovani e affamati che potrebbero rubarti il posto?
MD: La concorrenza fa parte del calcio ed è giusto che ci sia. Non mi spaventa, anzi, mi stimola a dare ancora di più.Non voglio “rubare il posto” a nessuno: voglio meritarmelo. So che ci saranno ragazzi giovani, veloci, affamati, ma porto con me l’esperienza, la lettura del gioco e una mentalità da battaglia.Sono pronto a dimostrare il mio valore anche in Promozione.