
Giuseppe Iachini, figura amata del calcio italiano, ha vissuto Firenze da protagonista sia in campo che in panchina. In questa intervista racconta la sua esperienza con la Fiorentina, i momenti difficili della pandemia, il legame con Commisso e il ricordo di Joe Barone, e la valorizzazione di giovani talenti come Chiesa e Vlahovic. Un racconto carico di emozione, riconoscenza e amore per la maglia viola.
FS: Lei è stato a Firenze sia come calciatore che come allenatore. Che esperienze sono state?
GI: Esperienze bellissime, sotto ogni punto di vista. Ho avuto un rapporto splendido con la città, con i tifosi e con l’ambiente in generale. Quando sono tornato da allenatore, la squadra era terz’ultima e ci trovavamo nel pieno dell’emergenza COVID: allenamenti condizionati, stadi vuoti, e poco margine sul mercato. Nonostante tutto, riuscimmo a risalire la classifica e concludemmo la stagione al decimo posto. Ho conosciuto persone straordinarie: il presidente Rocco Commisso, Daniele Pradè e soprattutto Joe Barone, uomo di cuore e passione, gli occhi del presidente a Firenze, lo ricordo con affetto. Abbiamo lavorato insieme con grande unità.Sul campo, abbiamo valorizzato tanti giocatori: Federico Chiesa segnò 11 gol con me e fu poi ceduto per 60 milioni, Dusan Vlahovic iniziò a imporsi
FS:Il rammarico più grande?
GI: Non avere il nostro pubblico: i tifosi viola sono da sempre il tredicesimo uomo in campo. E per me, che li conosco bene anche da ex calciatore, fu un dispiacere enorme.
FS: A Firenze ha avuto anche Franck Ribéry. Che tipo di giocatore e persona è?
GI: Un grande campione, ma soprattutto una persona splendida. È stato un onore allenarlo, anche se era negli ultimi anni di carriera. Ha dato tutto con grande professionalità, umiltà e spirito di gruppo. Abbiamo avuto un ottimo rapporto.
FS: Attualmente sono arrivate le dimissioni di mister Raffaele Palladino. Se lo sarebbe aspettato? Tornerebbe a Firenze?
GI: Firenze è nel mio cuore. Per capire le dinamiche bisogna essere all’interno della società, ma da esterno posso solo augurare il meglio alla società, al presidente Commisso, allo staff, ai magazzinieri, ai tifosi. Sono persone splendide. Spero che la situazione si risolva presto, perché Firenze merita sempre il massimo.
FS: E guardando al futuro?
GI: Ho ricevuto delle chiamate, anche da squadre all’estero. Ma sto aspettando il progetto giusto, dove si possa lavorare con entusiasmo e visione. Non voglio fare una scelta sbagliata. Nel frattempo continuo a studiare, osservare, prepararmi. Il calcio è la mia vita e non mi fermo mai.