
Storico calciante dei Rossi di Santa Maria Novella, Riccardo Lo Bue è una figura centrale del Calcio Storico Fiorentino. Dopo oltre vent’anni trascorsi nel sabbione, tra battaglie, emozioni e vittorie, oggi si prepara a vivere una nuova finale con lo stesso spirito con cui ha iniziato: passione, sacrificio e profondo senso di appartenenza. In questa intervista esclusiva, ci racconta cosa significa per lui indossare ancora una volta la maglia rossa, cosa si vive nell’intimità del gruppo e quali valori porta con sé in campo.
FS Riccardo, è il giorno della finale: che atmosfera si respira tra i Rossi questa mattina?
RL Sono appena arrivato in sede, la convocazione è per le 9:30. Mi piace arrivare presto per respirare l’aria della “seconda casa”. Al momento sono tranquillo e rilassato, ma so che tra poco inizieranno ad arrivare i compagni, con momenti di tensione alternati a risate. L’atmosfera è quella della battaglia: si sente nell’aria, negli sguardi, nei silenzi. È qualcosa che ti resta dentro. Rivedo negli occhi dei ragazzi paura, incertezza, emozione. Poi, quando ci mettiamo il costume, diventiamo un’unica forza. E lì cambia tutto.
FS Affrontare i Verdi in finale è sempre un evento sentito. Cosa rappresenta per te questa sfida oggi?
RL I Verdi sono una squadra giovane, in fase di rinascita. Ma nel Calcio Storico non bisogna mai sottovalutare nessuno. Sono una squadra “ignorante”, nel senso che giocano d’istinto, e questo può essere pericoloso. Sappiamo cosa dobbiamo fare e qual è il nostro gioco. È una partita dove può succedere di tutto, anche per via degli episodi: infortuni, espulsioni, scontri duri. Dobbiamo imporci, come abbiamo sempre fatto, consapevoli della nostra identità.
FS Che tipo di partita ti aspetti oggi pomeriggio?
RL Sarà una finale intensa, fisica, vera. Tutti vogliono vincere, e noi abbiamo le potenzialità per farlo. Loro non giocano una finale da tanto, noi invece sappiamo cosa significa. Io gioco solo per vincere, per la squadra, per il quartiere e per me stesso. Questo gruppo ha valori enormi e ne sono orgoglioso. Ogni volta che parlo ai miei compagni rivedo il ragazzo che ero all’inizio, e questo mi dà una carica speciale.
FS Cosa ti sei detto stamani, guardandoti allo specchio prima di indossare la maglia rossa?
RL Che oggi devo dare tutto. Non devo mollare, devo guidare la mia linea e rimanere sempre dentro la partita, anche nei momenti più duri. L’ho fatto in condizioni difficili in passato e lo farò anche oggi. Il mio obiettivo è aiutare la squadra fino all’ultimo secondo.
FS Dopo tante battaglie sul campo, cosa rende questa giornata diversa dalle altre?
RL È la giornata che tutti sognano. Arrivare pronti a una finale non è scontato. Non è facile nemmeno scegliere chi scenderà in campo: senti il peso delle decisioni. Ma è anche il momento in cui si dimostra chi sei. Essere campione di Firenze è qualcosa di unico. Mi emoziono a pensare a come i miei compagni, anche feriti, riescono a festeggiare. È un’immagine che resta nel cuore.
FS Dal punto di vista tecnico e mentale, quale sarà secondo te la chiave per vincere questa finale?
RL Cuore e concentrazione. Serve crederci fino alla fine. Anche se sei la squadra più forte, se perdi l’equilibrio mentale, rischi di perdere. Oggi vince chi ha fame, chi vuole dominare e non fa mai un passo indietro. È una questione di atteggiamento.
FS Se potessi portare in campo un solo valore, quale sarebbe?
RL Cuore e coraggio. Il cuore per non mollare mai, il coraggio per affrontare chiunque, anche il più forte. Sono i due elementi che mi hanno accompagnato fin da ragazzo, quelli che mi hanno forgiato. Senza cuore e coraggio non sarei arrivato fin qui.
FS Hai sempre detto che il Calcio Storico per te è identità e appartenenza. Come trasformi questi valori in energia concreta in campo?
RL Perché ci credo davvero. Per me non è solo una tradizione: è vita. Da ragazzino ero timido, introverso. Oggi sono quello che carica i compagni. Il Calcio Storico mi ha formato. Mi ha reso forte, sicuro. E mi accompagna tutto l’anno, non solo a giugno. Quello che affronto nel sabbione, lo affronto anche nella vita.
FS Oggi in piazza ci saranno migliaia di fiorentini. Cosa vuoi trasmettere, come esempio?
RL La passione e la dedizione. Credo che ciò che mi differenzia sia proprio l’attaccamento al colore. Quando vedo i bambini o i genitori chiedere una foto, capisco che qualcosa è passato. Ho dedicato la mia vita al Calcio Storico, facendo sacrifici e affrontando momenti difficili. Ma non ho mai mollato. E finché avrò forza, sarò in campo con la mia squadra.
FS Qualsiasi sarà il risultato, cosa resterà per te di questo 24 giugno?
RL Se vinci, festeggi per mesi. Ma quello che mi resterà è che da domani tutto finisce. Niente più allenamenti, niente più ritrovi. E quello mancherà, più di tutto. Spero solo di poter andare a prendere la Vitella, come diciamo noi. Perché una finale non si gioca: si vince.