Il Direttore Generale racconta la nuova era del Club tra ambizione, programmazione e rispetto per la storia
In un momento cruciale per il Club Sportivo Firenze, storico sodalizio calcistico cittadino, abbiamo incontrato Stefano Maestrini, nuovo Direttore Generale e figura centrale del progetto di rilancio. Forte di una lunga esperienza nei settori giovanili professionistici, tra cui Prato e Spezia, Maestrini è oggi al timone di un’ambiziosa ripartenza che guarda al futuro senza dimenticare la tradizione.
FS: Stefano, è alla guida del Club Sportivo Firenze in un momento di grande cambiamento. Che aria si respira con l’ingresso della nuova società?
SM: Effettivamente siamo arrivati in un momento delicato. C’era un bando in corso per l’assegnazione dell’impianto per otto anni, le squadre erano quasi tutte da rifare, la prima squadra era retrocessa in Terza Categoria, e le infrastrutture erano in condizioni critiche. Ma tutto questo non ci ha spaventati: ci siamo messi subito al lavoro e abbiamo ottenuto le prime vittorie importanti, a partire proprio dall’aggiudicazione del bando.
Abbiamo ricostruito la prima squadra, che riteniamo molto competitiva (anche se non possiamo ancora divulgarne i nomi in attesa di conoscere la categoria). Abbiamo rinnovato il parco allenatori con figure giovani, competenti, tutti con patentino UEFA B. La Scuola Calcio sarà seguita da Malusci e Pin, due nomi di grande valore.
FS: Cosa l’ha convinto a far parte di questo nuovo progetto e quale ruolo sente di avere dentro questa ripartenza?
SM: Tutto è nato da un incontro con Giampaolo Mugnaini, la persona che ci ha convinto ad entrare nel Club. Inoltre, il ruolo di Fabio Capitelli, figlio del vecchio presidente e figura di grande unione tra il vecchio e il nuovo, è stato fondamentale per raccordare tradizione e innovazione.
Il mio ruolo è coordinare tutta l’attività calcistica insieme a Alberto Villani (17 anni alla Fiorentina, 3 con me a Prato) e Carlo Tanganelli, nostro Direttore Tecnico.Abbiamo una visione precisa, soprattutto per quanto riguarda la Scuola Calcio e i piccoli calciatori.Mi ha convinto la storia di questo Club, ma soprattutto la possibilità concreta di riportarlo in alto: ci sono basi solide e le persone giuste.Tutto questo è stato possibile soprattutto grazie alla presenza imprenditoriale e organizzativa di Florin Toma, nostro tesoriere e leale amico, con cui condivido questa scalata. La sua figura è fondamentale per la riuscita del progetto.
FS: Quando si riparte, si porta sempre qualcosa da prima e si cambia qualcos’altro. Cosa vuole tenere e cosa pensa vada rivoluzionato?
SM: Noi abbiamo una nostra idea precisa di calcio, che pochi portano avanti. Per questo direi che qui si parte quasi da zero.
Va rivoluzionato tutto: comunicazione, direzione sportiva, staff tecnico, preparatori, fisioterapisti. Tutto deve essere allineato alla nostra filosofia.
FS: C’è un’idea chiara di dove volete portare il Club nei prossimi anni? Puntate subito in alto o prima solidità e identità?
SM: Come detto, abbiamo già costruito una prima squadra molto competitiva. Puntiamo in alto fin da subito. L’obiettivo è chiaro: riportare il Club Sportivo Firenze ad essere la seconda squadra della città, con un’identità forte.
FS: Come stanno reagendo i ragazzi della squadra al nuovo corso? Si sente entusiasmo? Pressione? Curiosità?
SM: Abbiamo parlato con tutte le annate. Siamo moderatamente soddisfatti. Ovviamente portiamo avanti un’idea di calcio diversa, e questo richiede tempo e fiducia. Ma vediamo entusiasmo e voglia di mettersi in gioco.
FS: In una categoria come la Seconda, dove spesso regna l’improvvisazione, quanto conta avere una società organizzata alle spalle?
SM: È fondamentale. Noi abbiamo costruito un piano triennale: allenatori nuovi, staff nuovo, tutti giovani e competenti, e una squadra molto, molto forte. La programmazione fa la differenza.
FS: Il Club Sportivo Firenze ha una storia lunga e affascinante: che rapporto avete con il passato e come pensate di onorarlo?
SM: Per noi il passato è importantissimo. Siamo nel Club che ha dato i natali alla Fiorentina.
Amiamo i nostri colori, il vecchio stemma, anche se abbiamo creato un nuovo logo più adatto alla comunicazione moderna. Il nostro è un legame profondo con la storia del Club, che vogliamo onorare ogni giorno.
FS: Quanto è importante costruire un legame forte con il quartiere, i tifosi e la città, adesso che si volta pagina?
SM: È centrale. Un Club come il nostro deve essere radicato nel territorio, vicino alle famiglie, ai bambini, ai tifosi. È da lì che si costruisce tutto.
FS: Ha già vissuto momenti che le hanno fatto dire: “sì, siamo sulla strada giusta”?
SM: Vengo da cinque anni nei professionisti con lo Spezia e 17 anni a Prato. Di squadre ne ho viste e fatte tante.
Ti posso dire che qui siamo sulla buona strada, anche se sto ripartendo da zero. Non ho trovato nulla, ma proprio per questo possiamo costruire tutto nel modo giusto.
FS: Ultima, secca: perché crede in questo progetto? E perché i tifosi dovrebbero crederci con lei?
SM: Perché è una bella sfida. Vogliamo dare ai nostri ragazzi la possibilità di giocare in categorie importanti, magari un giorno in Serie D.Vogliamo crescere i giovani e portarli nella nostra prima squadra.
I risultati parleranno per noi. Ecco perché ci credo. E spero che anche i tifosi, vedendo il nostro impegno, scelgano di crederci con me.
